SQUOLA DI ITAGIA

Aumentano sempre più il numero di insegnanti ma sempre più sembra diminuire la qualità dell’insegnamento in una scuola, e non solo, che aumenta anche il numero di materie e si arrende alla lingua inglese, mentre gli scolari scrivono sempre più in itagiano scorregiuto e non sanno far di conto.
Abbiamo introdotto l’informatica per dipendere da piattaforme e dispositivi made in qualcos’altro con studenti smanettoni che ne sanno spesso di più degli insegnanti, gli uni e gli altri, studenti ed insegnanti, però sempre più social ma non ancora digitali.
Forse, ma dico forse, sono aumentati il numero di insegnanti per far spazio a coloro che sono più attratti dal posto sicuro che dall’amore per l’insegnamento e che servono a certi bacini, elettorali e sindacali.
Forse, mi azzardo pure a dire, sono anche aumentate le università e i corsi di laurea ma poche sono quelle buone e selettive e ancor meno quelle con docenti che non si trasmettono di padre in figlio lo scettro della cattedra, altro nostro male.
Eppure in questa povera istruzione di un sempre più povero paese dove si fatica a creare cultura e non si valorizza bensì si dimentica anche quella passata c’è ancora chi ce la fa, sopravvive ed emerge da questa comunità che sembra ferma, tira fuori la testa e qualcuno lo vede e se lo porta via, spesso all’estero perché dilagante è la percezione della mancanza di futuro. Qualcun altro comunque infine, meno dotato ma comunque coraggioso, comunque ci prova e comunque se ne va.

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